INSUFFICIENZA VENOSA

L’insufficienza venosa è una malattia che comporta difficoltà, da parte delle vene, a garantire il ritorno venoso di sangue dai tessuti periferici al cuore: pertanto, non potendo risalire, il sangue ristagna nei vasi venosi e nei capillari sanguigni, dilatandoli e infiammandoli. L’infiammazione lede la parete dei vasi sanguigni, causando dolore e gonfiore.

Il disturbo risulta più evidente in vene, venule e capillari degli arti inferiori, che devono spremere il sangue verso l’alto contro la forza di gravità. Per evitare che i liquidi ristagnino nei compartimenti inferiori (piedi, caviglie, ecc.), all’interno dei vasi venosi sono naturalmente posizionate delle valvole che si aprono quando il sangue risale e si chiudono subito dopo per evitarne la discesa.

Si precisa, per coloro che non fossero studenti, che tutte le informazioni contenute in questo articolo non sostituiscono in alcun modo visite mediche, consigli e consulenze personalizzate da parte del personale medico e che quindi come tali non devono essere intese.

L’insufficienza venosa si divide in:

– ORGANICA: da alterazione anatomica delle vene o delle valvole, per infiammazione o alterazione congenita.

– FUNZIONALE: l’anatomia del sistema venoso è intatta, ma possono avvenire dei fenomeni che impediscono il normale funzionamento delle valvole.

Perchè si manifesta

La malattia comincia a manifestarsi intorno ai 20 anni soprattutto nelle donne, e diventa sempre più grave man mano che passa il tempo: da piccoli capillari in evidenza sulle gambe durante l’età giovanile fino alla comparsa di vene varicose ed estremamente labili durante la vecchiaia.

Si divide in 6 classi, a seconda della sintomatologia:

Classe 1: capillari in evidenza (teleangectasie)

Classe 2: presenza di varici

Classe 3: le varici si accompagnano ad edema

Classe 4: la cute cambia aspetto

Classe 5: compaiono ulcere che però cicatrizzano da sole

Classe 6: le ulcere non si cicatrizzano

La ragione per cui il ritorno venoso verso il cuore si riduca, è in parte ancora sconosciuta: si sa che nelle forme organiche vi è alla base una riduzione della produzione di collagene, sostanza fondamentale per mantenere l’elasticità della parete vascolare, e/o un’incompetenza delle valvole venose. Ma il perchè questo avvenga non è ancora ben chiaro. Ci sono sospetti sull’alimentazione ricca di grassi saturi e di colesterolo, ma questo non spiega del tutto il fenomeno. Secondo alcuni, la causa potrebbe essere un’infiammazione delle vene e dei capillari (ad esempio, l’infezione da rosolia può avere come conseguenza una capillarite).

Il motivo per cui la patologia è più frequente nelle donne è dovuto a cause ormonali: il testosterone, il principale ormone maschile, è responsabile di vasi sanguigni più forti e delle vene in evidenza che compaiono sulle braccia degli uomini dopo la pubertà. Le donne, possedendo livelli di testosterone nettamente inferiori, sono meno protette dalla patologia. Il sesso maschile tende infatti a soffrirne solo in età avanzata, quando i livelli di testosterone calano. Si pensa che l’estrogeno, ormone femminile per eccellenza, non solo non fornisca protezione, ma possa avere un ruolo attivo nell’indebolimento dei vasi venosi.

Fra i fattori di rischio vi sono:

– la genetica: avere i genitori che soffrono di insufficienza venosa o di emorroidi è un fattore di rischio importantissimo, forse il principale nel determinare la comparsa della patologia.

 la sedentarietà: stare molte ore in piedi o seduti favorisce il ristagno di liquidi negli arti inferiori.

– il consumo di sale: favorisce la ritenzione idrica, e questo comporta un’inturgidimento dei vasi sanguigni.

– il fumo e l’inquinamento = i radicali liberi contenuti nelle sigarette e nei gas di scarico privano l’organismo di vitamina C, importantissima per la produzione di collagene.

– il consumo di alcol = causa un’importante vasodilatazione.

– l’uso di contraccettivi orali = danneggiano i vasi sanguigni, specialmente quelli venosi.

 il sovrappeso: causa un aumento di pressione sui vasi venosi degli arti inferiori.

– la gravidanza: esattamente come il sovrappeso.

Oltre a essere fattori predisponenti, questi sono anche fattori aggravanti la malattia.

Come si manifesta

I sintomi comprendono:

– dolore e gonfiore agli arti inferiori, specialmente nei mesi estivi

Nelle stesse zone:

– arrossamenti

– capillari in evidenza e particolarmente fragili

– vene varicose

– emorroidi

– facilità nel procurarsi lividi agli arti inferiori

– cellulite

– ulcerazioni

– cambiamento del pigmento cutaneo

PREVENZIONE:

1) CONSUMARE ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA C

La vitamina C è essenziale per la produzione di collagene, perciò mangiarne in grandi quantità rafforza la parete dei capillari e delle vene. Secondo alcune fonti, chi soffre di insufficienza venosa non dovrebbe accontentarsi dei famosi 60 mg al giorno consigliati dai medici, ma dovrebbe arrivare addirittura a 6 g! In realtà, la cosa certa è che bisogna mangiare tanta vitamina C, che contribuisce a rafforzare la parete esterna dei capillari e dei vasi sanguigni in generale. La vitamina C è contenuta principalmente nella frutta e nella verdura fresca, soprattutto negli agrumi (arance, limoni, mandarini, cedri), nei frutti di bosco e nel mirtillo nero e rosso (cranberry), nelle ciliegie, nel pomodoro, nell’anguria, nei kaki, nei melograni, nell’uva, nella zucca, nei broccoli, nel tè verde, nella rucola, negli spinaci, nelle bacche di rosa, nel basilico, nel prezzemolo, nella bacche di goji e di acaji, nelle cipolle rosse crude, nei ravanelli, e nel radicchio verde. Ma questi alimenti devono essere mangiati sempre crudi o al vapore, poiché la vitamina C è sensibilissima alla cottura, attraverso la quale può venire distrutta.

Immagine di lezionidimedicina.altervista.org/blog

2) EVITARE LE FONTI DI CALORE

Chi soffre di insufficienza venosa, capillari in evidenza e vene varicose non dovrebbe mai prendere il sole sulle zone colpite, perché il calore dilata i vasi sanguigni peggiorando la situazione e causando infiammazione. Anche il bagno non deve essere troppo caldo. Per chi soffre di insufficienza venosa, sarebbe meglio fare la doccia, che tra l’altro ha potere drenante l’accumulo di liquidi che si accompagna alla patologia.

3) EVITARE PRESSIONI SULLE GAMBE

Tutto ciò che può creare pressioni eccessive sui vasi sanguigni delle gambe deve essere evitato: accavallarle, mettere vestiti stretti, fare massaggi troppo intensi, ecc.

4) NON USARE IL RASOIO E LA CERETTA

Entrambi possono rompere i capillari e causare un danno alle vene. Sarebbe meglio depilarsi usando creme e saponi depilatori, stando bene attenti che la spatolina usata sia morbida e che non graffi.

5) BERE MOLTO

Circa 1,5-2 litri di acqua al giorno.

6) FARE MOVIMENTO

Fare attività fisica è fondamentale per evitare di aumentare di peso e quindi creare una pressione eccessiva gravante sui vasi venosi delle gambe. L’attività fisica migliora anche la circolazione sanguigna, impedendo il ristagno di sangue nei vasi venosi. Una regolare attività fisica deve essere sempre praticata per 1 ora almeno 3 volte la settimana.

7) NON ASSUMERE SALE E GRASSI ANIMALI

8) NON BERE ALCOLICI

9) NON FUMARE

10) NON UTILIZZARE CONTRACCETTIVI ORALI

Questi, infatti, causano danni ai vasi sanguigni e al fegato. Il fegato produce i fattori della coagulazione e l’albumina (dall’effetto antiedematoso), e il suo benessere è importantissimo per garantire quello delle vene.

TERAPIA:

Per curare la patologia, vi sono sia terapia invasive che non invasive, ed anche rimedi naturali.

Tra i rimedi naturali vi sono:

1) CONSUMARE ALIMENTI RICCHI DI VITAMINA C, E E K

E’ stata già spiegata l’utilità del consumo quotidiano della vitamina C, anche per prevenire la patologia.

La vitamina E combatte emorroidi e varici e si trova nella frutta in guscio (noci, nocciole, mandorle), nell‘olio d’oliva, nell’olio di argan, nei semi (girasole e lino), nel germe di grano e nei cereali integrali.

La vitamina K ha potere antiemorragico e si trova soprattutto nei vegetali freschi, specialmente quelli verdiChi è in terapia anticoagulante dovrebbe però consultare il medico prima di ingerire alimenti contenenti vitamina K.

2) EVITARE I CIBI RICCHI DI GRASSI ANIMALI

Come già detto, bisogna evitare di mangiare cibi ricchi di grassi animali: lardo, burro, panna, strutto, insaccati, pancetta, grasso visibile della carne, dolci ecc. Questi possono essere responsabili dell’incompetenza valvolare venosa o possono aggravare il problema dando origine a sovrappeso e cellulite.

3) RIPULIRE IL FEGATO E L’INTESTINO

Per depurare quest’ultimo, è importante non solo mantenere la regolarità intestinale, ma anche assumere molta acqua, fare esercizio fisico e utilizzare tisane e decotti che favoriscano la sua pulizia interna: bere acqua di cottura dei vegetali verdi (soprattutto della famiglia delle crucifere: cavoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, broccoli, rape, ecc.) almeno una volta la settimana a stomaco vuoto è un ottimo sistema. Insieme a questi accorgimenti, bisogna ricordare anche di non mangiare troppa carne, dolci, cibi grassi, gommosi o fritti che tendono a intasare il colon (o intestino crasso).

Per tenere pulito il fegato, è importante non ingerire alcolici e cercare di assumere meno farmaci possibili, comprese le pomate (a meno che non sia inevitabile). Bisogna inoltre evitare i cibi surgelati, il caffè, i fritti e integrare nella dieta cibi che aiutano a proteggere il fegato: carciofi, asparagi, pompelmo, olio d’oliva, limone, mele rosse, carote, noci, ecc. In più, può essere utilizzata una tisana di bardana o di tarassaco da bere tutti i giorni per 2-3 settimane.

4) MANGIARE CIBI A BASE DI MAGNESIO, CALCIO E SELENIO

Questi sono: pesce, pollo, cereali integrali, verdure a foglia verde, noci, frutti di mare, carne, soia, carciofi e latticini.

5) MANGIARE CIBI RICCHI DI POLIFENOLI

Uva nera, frutta e verdura fresche, susine rosse, cipolle rosse, thè verde.

6) MANGIARE CIBI RICCHI DI FLAVONOIDI (VITAMINA P)

Frutti di bosco, agrumi, uva nera, thè verde o altri tipi di thè come il matcha, cipolle rosse, cavoli (specialmente quelli più scuri) e altre verdure a foglia verde, susine rosse e prugne nere, peperoni (specialmente quelli rossi), albicocche, spinaci, cacao magro, barbabietole, melanzane, ciliegie. I flavonoidi sono contenuti anche nell’ippocastano.

7) UTILIZZARE ALOE VERA

Bevuta in succo o usata come gel.

8) ASSUMERE TISANE O INTEGRATORI A BASE DI CORTECCE (IPPOCASTANO, CIPRESSO, FRASSINO E BETULLA)

Le cortecce di questi alberi hanno grande potere vasocostrittore e perciò svolgono un’ottimale funzione anti insufficienza venosa, emorroidi e capillari in evidenza. La corteccia di ippocastano contiene anche flavonoidi ed escina, che aiuta a eliminare il sangue in eccesso, come nel caso di lividi ed ematomi. La betulla è drenante e anti cellulite.

9) ASSUMERE INTEGRATORI DI AMAMELIDE, CENTELLA ASIATICA, RUSCO, MELILOTO, CHRYSANTHELLUM AMERICANUM O VITE ROSSA

Molti di loro hanno azione anche contro le emorroidi. E’ indifferente quale di questi usare, perché sono tutti molto validi per sostenere il microcircolo.

10) ZENZERO E ZAFFERANO

Utilizzare un pizzico di polvere di zenzero o di zafferano per condire i piatti apporta sostanze in grado di rinforzare la parete dei vasi sanguigni. Lo zenzero può essere utilizzato anche per insaporire infusi e tisane.

11) BERE TISANE A BASE DI ORTHOSIPHON, PILOSELLA E GRAMIGNA

Hanno potere antiedema grazie alla loro azione drenante.

12) BERE TISANE ALLA MALVA O APPLICARLA LOCALMENTE

E’ antinfiammatoria, combatte la couperose, gli eczemi pruriginosi e le emorroidi.

13) MANGIARE ANANAS, PAPAYA E MANGO

Tra le terapie non invasive, alcune delle quali a base di principi naturali, vi sono:

1) USARE TISANE O POMATE ALL’ARNICA

Nei casi in cui le vene siano infiammate e dolorose. L’arnica è una pianta in grado di attutire il dolore e le ecchimosi secondarie a un trauma, riassorbe gli ematomi e i gonfiori.

2) APPLICARE IMPIASTRI A BASE DI ARGILLA VERDE E/O CACAO

L’impiastro deve essere tenuto circa 1-2 ore per 2 volte al giorno. Queste due sostanze sono in grado, come l’arnica, di assorbire i liquidi e le tossine.

3) FARE BENDAGGI A BASE DI FANGO MARINO

Questi bendaggi possono essere applicati assieme ad altre sostanze benefiche per la circolazione: sali del Mar Morto, alghe, caffè, cacao, argilla verde oppure oli essenziali a base di rosmarino o cortecce.

4) IDROTERAPIA

Fare bagni di acqua fredda sulla zona colpita da vene varicose, meglio se usando il getto della doccia. Panni bagnati con acqua fredda possono essere posizionati anche sul fegato per depurarlo. Alternare getti di acqua calda a getti di acqua fredda stimola la circolazione ed elimina il ristagno di sangue, ma sono sconsigliati a chi soffre di problemi cardiaci. L’acqua, anche nei soggetti sani, non deve essere mai né gelata né bollente.

5) USARE CALZE ELASTICHE

In chi soffre di varici evidenti alle gambe, stimola il ritorno venoso al cuore.

Tra le terapie invasive vi sono:

1) UTILIZZO DI ANTICOAGULANTI E FIBRINOLITICI

Sono utilizzati per prevenire la formazione di trombi, dal momento che nell’insufficienza venosa il sangue ristagna nella parete delle vene per molto tempo, col rischio che possa coagulare e poi staccarsi formando un trombo.

2) SCLEROTERAPIA

Si tratta di un procedimento chiusura del letto capillare o venoso mediante l’iniezione (con guida ecografica per una maggior precisione) di farmaci sclerotizzanti all’interno del vaso sanguigno. Si utilizza nell’insufficienza venosa grave, caratterizzata da sintomi fastidiosi e danno estetico elevato. Il principio è la chiusura del vaso sanguigno dilatato in modo da convogliare il sangue verso collaterali sanguigni alternativo, eliminando il gonfiore e il danno estetico.

3) VALVULOPLASTICA

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