RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE

La rianimazione cardio-polmonare è chiamata anche “BLS”, cioè Basic Life Support = Supporto alle Funzioni Vitali. Con questo termine si intendono tutte quelle manovre da attuare nel soggetto incosciente in mancanza di respirazione e/o circolazione per ripristinare tali funzioni vitali e mantenere l’infortunato in vita fino all’arrivo dei soccorsi specializzati.

Il BLS si basa su una sequenza di manovre di primo soccorso chiam(Illustrazioni di Elisa Quaglia)ata ABC:

  • A = AIRWAY (Vie aeree): da attuare se tali vie non sono pervie, in modo da ostacolare il passaggio di aria
  • B = BREATHING (Respirazione): da attuare se manca attività respiratoria
  • C = CIRCULATION (Circolazione): da attuare se manca il polso

Tali manovre devono essere attuate una dopo l’altra, iniziando dalla A e concludendo con la C (ovviamente se il soggetto, pur non respirando, ha ancora il POLSO la fase C verrà omessa; se respira e ha polso ma un’ostruzione delle vie aeree ci si fermerà alla fase A; se è solo incosciente, andrà collocato in posizione laterale di sicurezza fino all’arrivo dei soccorritori senza praticare il BLS).

La rianimazione cardio-polmonare propriamente detta comprende le fasi B e C.

A) AIRWAY

Questa fase va attuata, come già detto, ogni volta che viene notata mancanza di respirazione (in questo caso è seguita dalla fase B) o un semplice ostacolo alla ventilazione (fermarsi alla fase A).

Questa fase si compone a sua volta di 4 passaggi progressivi:

1) Iperestensione del capo

2) Sublussazione della mandibola

3) Apertura forzata bocca

4) Disostruzione vie aeree

– IPERESTENSIONE DEL CAPO

  • Si esegue collocando l’infortunato in posizione supina
  • Non eseguire se vi è sospetto trauma cranico e/o spinale, per non creare ulteriori danni!
  • Afferrare la fronte dell’infortunato con una mano; l’altra mano viene posizionata dietro la nuca dello stesso per mantenere aperte le vie aeree ed essere sicuri di convogliare l’aria al loro interno e non nello stomaco;
  • Spostare la mano dalla nuca dell’infortunato al mento spingendo quest’ultimo in alto; tenere chiusi o la bocca o il naso (a seconda del tipo di respirazione artificiale adottata: vedi in seguito);
  • Usando l’altra mano, spingere indietro la fronte dell’infortunato;
  • E’ possibile lasciare un indumento o un panno arrotolati sotto la nuca dell’infortunato per mantenere la testa in posizione.
IPERESTENSIONE DEL CAPO
Risultato finale della manovra di iperestensione del capo. Nella figura la bocca rimane aperta per permttere la respirazione bocca a bocca.

– SUBLUSSAZIONE DELLA MANDIBOLA

  • A differenza della manovra precedente, questa è indicata nelle lesioni del collo e della colonna vertebrale
  • Mettersi in ginocchio dietro l’infortunato e appoggiare i propri pollici sul suo mento, spingendolo in basso;
  • Porre le altre quattro dita di entrambe le mani dietro l’angolo della mandibola e spingere avanti i suoi due rami (o branche) ascendenti, in modo da spostare la mandibola in avanti e in alto;

– APERTURA FORZATA DELLA BOCCA

Per eseguire questo passaggio, viene utilizzata la TECNICA A DITA INCROCIATE:

  • Introdurre l’indice nell’angolo della bocca dell’infortunato;
  • Premere con l’indice sull’arcata dentale superiore;
  • Incrociare il proprio pollice sull’indice;
  • Premere con il pollice sull’arcata dentale inferiore dell’infortunato;

– DISOSTRUZIONE VIE AEREE

Vai alla lezione di primo soccorso sui CORPI ESTRANEI per sapere come si attua questa manovra.

2) BREATHING

Per valutare se è presente la respirazione, si usa per 10 secondi la manovra chiamata G.A.S. (Guardo, Ascolto, Sento):

  • Guardo se è presente espansione del torace
  • Ascolto eventuali rumori, soffi o sibili respiratori
  • Sento l’aria espirata sulla mia mano o sulla mia guancia

Vai anche alla lezione sulla valutazione dei PARAMETRI VITALI.

 In caso di assenza respiratoria, occorre agire in fretta poiché oltre 6 minuti di asfissia si hanno danni cerebrali irreversibili!

Per ripristinare la respirazione, occorre esercitare la RESPIRAZIONE ARTIFICIALE, che può essere eseguita in 3 modi diversi:

1) Bocca a bocca

– Sdraiare l’infortunato in posizione supina

– Inginocchiarsi di fianco all’infortunato

– Iperestendergli la nuca (vedi sopra come fare) e allinearne il corpo in modo da tenere allineate anche le vie aeree

– Chiudergli le narici e aprirgli la bocca

– Fare un respiro profondo e poggiare la propria bocca su quella dell’infortunato; eseguire 12 atti respiratori al minuto nell’adulto, 15-20 nel bambino, oltre 30 nel neonato, guardando sempre se il torace si espande: questo è infatti il segno che si è insufflato bene e che l’aria è finita nei polmoni e non nello stomaco

– Lasciar espirare passivamente l’infortunato e guardare se il torace si riabbassa

– Eseguire ancora un’altra serie di insufflazioni finché il soggetto non riprende a respirare

– Chiamare il 118 dopo 16 insufflazioni

2) Bocca – naso

– Se infortunato ha vomitato o ha fratture della mandibola, traumi facciali o trisma (digrignamento forzato dei denti). Non eseguire tuttavia se le ossa nasali sono fratturate!

– Mettere l’infortunato sempre sdraiato supino e collocarsi al suo fianco.

– A differenza della manovra precedentemente spiegata, la bocca aperta va appoggiata sul nasi.

– Insufflare con maggiore forza rispetto alla respirazione bocca- bocca, con la stessa frequenza precedentemente spiegata, e lasciar sempre espirare passiavamente

– Eseguire un’altra serie di insufflazioni finché il soggetto non riprende a respirare

– Chiamare il 118 dopo 16 insufflazioni

3) Bocca – maschera oro-facciale

– Tecnica sempre consigliata, a meno che si sia privi della maschera 

– La posizione dell’infortunato e del soccorritore sono le stesse precedentemente spiegate

– Applicare la maschera sul volto dell’infortunato coprendo la bocca e il viso; tenere il pollice e l’indice di entrambi le mani ai lati della base della maschera per essere sicuri di farla ben aderire alla cute, onde evitare fughe d’aria; porre le altre dita sotto le arcate mandibolari del soggetto infortunato

– Sollevare la mandibola e iperestendere il capo (vedi procedure spiegate precedentemente)

– Eseguire le insufflazioni premendo il palloncino legato alla maschera, con la stessa frequenza delle manovre precedenti

– Eseguire un’altra serie di insufflazioni finché il soggetto non riprende a respirare

– Chiamare il 118 dopo 16 insufflazioni

COSA FARE NEL CASO IN CUI LE INSUFFLAZIONI NON FACESSERO ESPANDERE IL TORACE (E QUINDI L’ARIA NON ARRIVASSE AI POLMONI):

– controllare la presenza di corpi estranei nelle vie aeree ede eventualmente procedere alla RIMOZIONE

– verificare la posizione corretta: l’infortunato deve avere capao ben esteso e mento ben sollevato in alto

– non eseguire le compressioni finché non si nota una riespansione del torace

3) CIRCULATION

Questa manovra viene attuata se vi è assenza sia di polsi che di circolazione, per questo si alterna sempre alla fase B. Un soggetto può non respirare ma avere ancora battito cardiaco, mentre non si può respirare privi di battito cardiaco!

Vai anche alla lezione sulla valutazione dei PARAMETRI VITALI.

Anche in caso di mancanza di circolazione bisogna agire in fretta, perché dopo 3-5 minuti di assenza di circolazione i tessuti vanno in necrosi.

Fratture o traumi toracici controindicano tuttavia questa manovra!

Prima di iniziare, occorre sempre chiamare il 118.

Per ripristinare la circolazione, occore eseguire quello che viene improriamente chiamato massaggio cardiaco esterno, anche se in realtà si tratta di COMPRESSIONI.

La manovra può essere eseguita da soli o con l’aiuto di un altro soccorritore, il che è consigliabile.

TECNICA A UNO O PIU’ SOCCORRITORI:

– Eseguire 30 compressioni e 2 insufflazioni per 15-60 minuti

– Le compressioni vengono eseguite a BRACCIA TESE, senza piegare i gomiti, collocando il peso sulla metà superiore del corpo dell’infortunato (terzo inferiore dello sterno; non eseguire sul processo xifoideo, che fratturandosi causerebbe danni ! N.B.:Il processo xifoideo è la parte inferiore dello sterno)

– Eseguire le compressioni con l’eminenza tenar e ipotenar (zona spessa alla base della mano) della mano destra tenendo le dita sollevate; la mano sinistra preme sulle eminenze tenar e ipotenar della destra per imprimere una maggiore forza: bisogna infatti che lo sterno si abbassi di 4-5 cm nell’adulto, 4 nei bambini e 2 nei neonati

MASSAGGIO CARDIACO

– Eseguire 80-100 compressioni al minuto alternandole a fasi di decompressione della stessa durata

– Contare il numero di compressioni ad alta voce e non a mente, per evitare di non saltarle!

– Non interrompere la procedura per più di 5 secondi

– Dopo 60 secondi, palpare il polso per sentire se il battito è stato ripristinato. In caso negativo, ricominciare la procedura controllando il polso dopo 30 secondi. In caso positivo, eseguire una compressione ogni 5 secondi e controllare la presenza di polso ogni 30 secondi

– Non fermare mai la procedura finché non compaiono segni di ripresa di respiro (anche tosse o movimenti)

– Alternarsi con l’altro soccorritore in modo da permettere una fase di riposo di entrambi (questa procedura è molto faticosa)

– Una volta ripristinati respirazione e polso, mettere l’infortunato in posizione laterale di sicurezza e controllare i parametri (breathing e circulation) ogni 2 minuti assieme a:

– COLORE DELLA PELLE

– PRESENZA DI EVENTUALI MOVIMENTI

– PRESSIONE SANGUIGNA

– MIOSI PUPILLARE (diametro della pupilla ridotto)

Occorre ricordare che la manovra di compressione non è esente da complicanze, che diminuiscono con l’esperienza dei soccorritori.

  • Fratture costali e/o sternali
  • Lesioni pleuriche o polmonari derivate dalla frattura
  • Lesioni epatiche o spleniche derivate dalla frattura
  • Emotorace dovuto alla frattura costale o sternale
  • Embolia grassosa dovuta all’emotorace 
  • Rottura del miocardio (se l’infortunato ha avuto un infarto)

Tuttavia, quando il soggetto è privo di respirazione e circolazione, non essendoci niente da pardere bisogna TENTARE UGUALMENTE DI ESEGUIRE LA MANOVRA, pur tenendo conto del rischio di complicanze. Prima si agisce, infatti, maggiore è la possibilità di successo, per cui non bisogna aspettare l’arrivo dei soccorritori professionisti per agire.

Guardare anche lo SCHEMA DI INTERVENTO BLS per capire in breve come agire in caso di emergenza.

(Illustrazioni di Elisa Quaglia)

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