SPECIALE CORONAVIRUS 2020

Questa pagina vuole dare informazioni chiare e adeguate sull’emergenza sanitaria che l’Italia si trova ad affrontare in questi giorni (la pandemia di Coronavirus esplosa in Cina tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 e diffusasi velocemente in altre zone del mondo, onde poterla affrontare nel migliore dei modi), con serenità e responsabilità.

Dati aggiornati al 12 aprile 2020.

Cosa sono i Coronavirus?

I coronavirus, in generale, sono un tipo di virus (e quindi entità non viventi costituiti da acidi nucleici e proteine) che prendono il nome latino “corona” dalla forma puntuta che presentano al microscopio, causata dalle loro glicoproteine di superficie (peplomeri virali). Fanno parte della famiglia dei Coronaviridae e posseggono un genoma molto grande a RNA. Fino al 2019 se ne conoscevano solo 6 ceppi che potevano infettare sia l’uomo che gli animali, mentre il nuovo ceppo è il 2019 nCoV-ARD, di cui al momento non sono disponibili molte informazioni come per gli altri. Quello che si sa è che, come tutti i coronavirus, presenta un aspetto a corona, un RNA, un capside e un pericapside.

Quale nuovo ceppo è subentrato nel 2019?

Il settimo ceppo prende nomi diversi: è chiamato “nuovo coronavirus del 2019” (da qui l’acronimo 2019-nCoV) o semplicemente “coronavirus”,  SARS-CoV-2 (poiché responsabile, in alcuni casi, di SARS o Severe Acute Respiratory Syndrome come il precedente SARS-CoV), 2019-nCoV-ARD (Nuovo CoronaVirus Acute Respiratory Syndrome del 2019) oppure coronavirus di Wuhan (dal nome della prima città dove si è manifestata la patologia). La sindrome che provoca si chiama invece COVID -19 (Coronavirus Disease 2019).

Da dove è nata questa infezione?

I primi casi si sono manifestati in Cina, e precisamente nella città di Wuhan (da: http://www. salute.gov.it/portale/malattieInfettive/). I primi a manifestare la malattia sono stati commercianti del mercato del pesce. Si pensa infatti che questa malattia sia originata dagli animali venduti vivi nei mercati cinesi, probabilmente serpenti o pipistrelli (secondo il Journal of Medical Virology, 22 gennaio 2020), e successivamente trasmessa all’uomo che ne veniva in contatto.

Quali sintomi provoca il Coronavirus?

La malattia presenta un periodo di incubazione che va da un minimo di 2 giorni a un massimo di 14 giorni. Bisogna ricordare che anche durante la fase asintomatica si è comunque contagiosi, se si è stati esposti all’infezione.

La malattia che si manifesta in seguito al contagio varia dal comune raffreddore a patologie molto gravi come la SARS e la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS), l’insufficienza renale e la polmonite. La sintomatologia grave è più rara (1 contagiato su 5, stando a quanto riportato dal Ministero della Salute italiano), ma in tutti i casi di infezione, comunque, si riscontrano febbre e problemi respiratori (tosse, congestione nasale, mal di gola), indolenzimento muscolare e diarrea (da: http://www. salute.gov.it/portale/malattieInfettive/).

Il decorso della malattia e la sintomatologia variano da persona a persona. Quelli più a rischio di sviluppare una sintomatologia grave, se non mortale, sono (statisticamente):

– anziani (> 70 anni)

– immunodepressi (per AIDS, diabete, cancro, trapianto, terapia immunosoppressiva, malattie del midollo osseo ecc.)

– persone polipatologiche (sofferenti cioè di più patologie, soprattutto diabete, ipertensione, patologie cardiache)

Coloro che sono più a rischio di essere portatori sani sono invece gli operatori sanitari e coloro che si sono recati di recente nelle zone infettate. Nonostante ciò, non potendo avere certezza di chi è sano e chi no, tutti gli individui, senza eccezioni, devono considerarsi a rischio o potenzialmente infetti, pertanto ciascun cittadino è tenuto ad osservare le misure di sicurezza imposte dall’OMS.

Come si viene contagiati?

Il contagio avviene solo attraverso le persone sintomatiche o incubatrici sane, attraverso il contatto diretto, la saliva, la tosse e gli starnuti; oppure toccando oggetti toccati da quelle persone o dove vi sono tracce di saliva. Il virus entra nell’organismo attraverso naso, bocca e occhi, ma non sono stati riscontrati, per il momento, casi in cui il contagio è avvenuto attraverso il cibo.

Sono stati riscontrati rari casi di malattia negli animali, sempre contagiati da umani (dati dell’Istituto Superiore di Sanità italiano: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-animali-domestici).

Come si previene il contagio?

Al momento non esiste una cura contro l’infezione, né un vaccino.

L’unico modo per evitare il contagio è seguire alcune norme (si riportano fedelmente le norme indicate dal Ministero della Salute il 5 marzo 2020, tratte da web: http:// www.salute.gov.it/ portale/news/):

  1. Lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani.
  2. Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute.
  3. Evitare abbracci e strette di mano.
  4. Mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro.
  5. Igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie).
  6. Evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva.
  7. Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani.
  8. Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce.
  9. Non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico.
  10. Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol.
  11. Usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.

Cosa fare quando si pensa di essere stati esposti o di avere i sintomi della malattia?

In Italia esiste un numero verde messo a disposizione dal Ministero della Salute, 1500, attivo 24 ore su 24, da contattare in caso di esposizione al virus, per poter essere condotti verso mezzo sanitario. In alternativa si può chiamare il 118 o il 112.

Cosa dicono le norme della polizia sugli spostamenti dal proprio domicilio?

Dal momento che ancora non esistono terapia e vaccino contro la pandemia, e in Italia si sono presentati casi molto gravi nelle ultime settimane e il numero dei soggetti affetti è cresciuto in poco tempo, è stato imposto alla cittadinanza italiana, dal 10 marzo fino a, per il momento, il 3 maggio 2020, di restare a casa il più possibile per evitare di venire contagiati o di propagare il contagio se si è stati esposti. Fino al 3 maggio, tutti i negozi che vendono beni non di prima necessità e quelli che prevedono l’assembramento di più persone (bar, pasticcerie, ecc.), resteranno chiusi, mentre i supermercati resteranno aperti. Dal 14 aprile, riapriranno librerie e cartolerie e negozi per l’infanzia. Per quanto riguarda scuole e università, queste resteranno chiuse fino a data da definire.

A tutti i cittadini è richiesto di (si riporta fedelmente quanto esposto nel sito del Ministero della salute (http://www.salute.gov.it/):

uscire di casa solo per esigenze lavorative, motivi di salute e necessità*. Ove richiesto, queste esigenze vanno attestate mediante autodichiarazione, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia o scaricati da Internet.

– evitare ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico (per tale ragione, sono stati chiusi tutti i negozi e i luoghi di assembramento tranne quelli che vendono beni di prima necessità e le pompe funebri: NdA).

– è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro

– si raccomanda di limitare, ove possibile, gli spostamenti delle persone fisiche ai casi strettamente necessari

– ai soggetti con sintomatologia  da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e di limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante

– chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del DPCM 8 marzo, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, deve comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta

– le persone per le quali la Dipartimento di prevenzione della Asl accerta la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento  fiduciario devono:

  1. mantenere lo stato di isolamento per quattordici  giorni dall’ultima esposizione
  2. divieto di contatti sociali
  3. divieto di spostamenti e viaggi
  4.  obbligo  di  rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.

– in caso di comparsa di sintomi la persona in sorveglianza deve:

  1. avvertire immediatamente il medico di medicina generale  o  il pediatra di libera scelta e l’operatore di Sanità Pubblica;
  2. indossare la mascherina chirurgica fornita all’avvio della sorveglianza sanitaria
  3. e allontanarsi dagli altri conviventi;rimanere nella propria stanza con la porta chiusa  garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario.

* Attenersi alle regole sulla limitazione delle uscite dal proprio domicilio è fondamentale perché in caso di trasgressione dolosa si rischiano multe fino a 3.000 euro. Così cita il testo ufficiale emanato dal Ministero degli Interni (12 marzo): ” Per quanto riguarda le situazioni di necessità, si specifica che gli spostamenti sono consentiti per comprovate esigenze primarie non rinviabili, come ad esempio per l’approvvigionamento alimentare, o per la gestione quotidiana degli animali domestici, o svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro.”

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