IL TUMORE DEL POLMONE (CARCINOMA BRONCOGENO)

Tranne alcuni rari casi genetici, il tumore del polmone è direttamente legato al FUMO DI SIGARETTA: l'abitudine al fumo è quindi il fattore di rischio più importante e praticamente unico responsabile.

Incidenza a livello mondiale tra i tipi di cancro più frequenti: 1° posto. E' seguiito dal cancro della mammella (1° posto per le donne e 2° a livello mondiale) e dal cancro del colon-retto (3° posto).

Sopravvivenza a 5 anni: 15% (il che lo rende il primo tumore a livello mondiale anche per mortalità: il tumore della mammella, anch'esso molto frequente, ha una sopravvivenza a 5 anni dell'86% grazie soprattutto ai programmi di screening avviati). La ragione è attribuibile sia alla sua aggressività (soprattutto quello a piccole cellule) ma anche ai frequenti ritardi diagnostici: molti pazienti che soffrono da anni di bronchite cronica sottovalutano che essa possa trasformarsi in cancro polmonare. (Per varie ragioni non è possibile, ancora oggi, avviare un programma di screening per il carcinoma broncogeno, in quanto l'unica procedura possibile per la diagnosi precoce sarebbe la RADIOGRAFIA, che non può essere proposta a cadenze regolari in quanto non innocua, ma legata a un possibile danno da fotoni).

Il fumo di sigaretta è responsabile dunque di BRONCHITE CRONICA e di predisposizione alle infezioni respiratorie, perché blocca il movimento delle ciglia vibratili sparse lungo la superficie delle vie aeree, in particolar modo delle vie aeree alte (trachea e bronchi prossimali). Le ciglia vibratili proteggono le vie aeree dall'ingresso dei corpi estranei, in modo tale da spingerli verso l'alto, nel cavo orale; qui saranno deglutiti e arriveranno allo stomaco, permettendo all'apparato digerente (dotato di più difese) di disfarsene. Quando le ciglia smettono di muoversi, insorgono problemi alle vie aeree: le secrezioni ristagnano, i corpi estranei più facilmente vengono inalati, ed entrambi causano infiammazione.

Col tempo, il fumo causa anche un cambiamento a livello cellulare nell'epitelio di rivestimento delle vie aeree: al posto delle cellule cilindriche provviste di ciglia vibratili, viene prodotto un epitelio squamoso privo di ciglia (METAPLASIA SQUAMOSA). In questo caso le ciglia non sono solo immobili, ma scompaiono definitivamente.

Tutto questo porta a tosse secca CRONICA che poi diventa produttiva. Negli anni l'infiammazione cronica evolve in tumore, per l'accumulo di tossici a livello polmonare.

Il nome "carcinoma broncogeno" utilizzato per indicare il cancro del polmone spiega la sua origine: è a livello del bronco, infatti, che inizia l'infiammazione e che si sviluppa il tumore, che poi si espanderà fino a raggiungere le aree polmonari (bisogna ricordare che i bronchi più piccoli e distali, quelli che non fanno già più parte delle vie aeree ma partecipano attivamente agli scambi gassosi, si trovano proprio all'interno dei lobi polmonari. Per questo si chiamano "bronchioli respiratori").

Il polmone destro è più suscettibile alla patologia semplicemente perché il bronco destro è più
rettilineo del sinistro, quindi, quando viene inalato un corpo estraneo, questo rimane incastrato prevalentemente nel bronco destro per una questione di forza di gravità.

Le vie aeree naturalmente sprovviste di ciglia, sono comunque provviste di un efficace difesa immunitaria. Ad esempio, le mucose nasali e delle cavità parasanali contengono IgA secretorie. Il polmone, poi, contiene una grandissima quantità di macrofagi, che si accumulano molto più numerosi nei fumatori. Per questa ragione il cancro del polmone ha la sua età media di comparsa fra i 70 e i 74 anni negli uomini e dopo i 74 anni per le donne: l'accumulo di sostanze tossiche deve essere molto copioso per generare il cancro. Prima di allora, in età più giovanile, è più frequente il carcinoma della laringe, della mascella, del cavo orale, della lingua, della tonsilla, dell'esofago e del pancreas, nonché quello della mammella. Contrariamente a quanto si pensa, esiste un 1% di cancri della mammella diagnosticati anche negli uomini, in quanto la ghiandola mammaria è contenuta anche nei mammiferi maschi.

Attualmente le terapie in corso prevedono CHEMIOTERAPIA e TERAPIA CHIRURGICA. Una terapia genetica è in fase di sperimentazione.

Il cancro del polmone (o carcinoma broncogeno, poiché, come già detto, dai bronchi deriva) si divide in:

CENTRALE: dei grossi bronchi, detti segmentali (lontano dal polmone, prossimali)
PERIFERICO: dei piccoli bronchi, dopo i segmentali (vicino al polmone, distali)

Il flusso aereo è alterato soprattutto a livello delle biforcazioni segmentarie, e quello di muco è rallentato, per cui queste zone sono le più colpite: è più facile che qui si depositino le sostanze tossiche.

Differenze fra carcinoma centrale e periferico:

CENTRALE: si propaga per via linfatica; è caratterizzato dalla presenza di vegetazioni endoluminali che si infiltrano nella parete bronchiale dando origine a tosse secca e poi produttiva, BPCO, emottisi, emoftoe, dispnea e sintomi da ostruzione. Il dolore è tardivo, dovuto a invasione delle pleure.

PERIFERICO: si propaga per via linfatica; è caratterizzato da formazioni a palla che nell'85% dei casi sono asintomatiche (finché non è troppo tardi).

Nel tumore periferico, all' RX si vedono segni diretti di tumore (la formazione a palla) mentre nel tumore centrale si vedono solo indiretti, dovuti cioè alla compressione delle strutture circostanti.

SINTOMI:

- dispnea

- BPCO

- segni di diffusione intratoracica: afonia o voce bitonale (nervo ricorrente), paralisi respiratoria (nervo frenico), disfagia (esofago), turgore delle giugulari ed edema della porzione superiore del corpo (vena cava superiore), tamponamento cardiaco (pericardio), dolore (apice del polmone), versamento (pleura).

All'esame obiettivo possono essere evidenti questi segni, insieme alla presenza di linfonodi ingrossati. La diagnosi di certezza è data da:

- RX

- istocitopatologia (fibrobroncoscopia nei tumori centrali, per via transtoracica in quelli periferici; entrambe sotto controllo TAC).

Stadiazione

T1: dimensioni < o uguali a 3 cm senza interessamento della pleura viscerale e/o del bronco principale

T2: dimensioni > 3 cm oppure a 2 cm dalla carena o coinvolgente la pleura viscerale o con atelettasia polmonare.

T3: a meno di 2 cm dalla carena o infiltrante la parete toracica,la pleura viscerale, il diaframma e con atelettasia polmonare.

T4: il tumore invade cuore, grossi vasi, carena, vertebre e mediastino, con più noduli in un lobulo e/o con versamento pleurico.           

N1: metastasi ai linfonodi bronchiali o ilari omolaterali al polmone interessato.

N2: metastasi ai linfonodi mediastinici e carinali omolaterali.

N3: metastasi ai linfonodi ilari, mediastinici e carinali controlaterali o sovraclaveari.

Stadio Ia: T1N0M0
Stadio Ib: T2N0M0

Stadio IIa: T1N1M0
Stadio IIb: T2N1M0; T3N0M0

Stadio IIIa: T1N2M0; T2N2M0; T3N1M0
Stadio IIIb: qualsiasi T N3M0; T3N2M0; T4 qualsiasi N M0.

Stadio IV: qualsiasi T, qualsiasi N, M1.

Il follow-up deve essere sempre eseguito dopo la terapia.

Per saperne di più, vai alla pagina sulla TERAPIA DEL CARCINOMA BRONCOGENO.

SCARICA ANCHE L'APPUNTO IN PDF (NELL'APPUNTO MOLTI PUNTI TRATTATI NEL SITO POSSONO ESSERE MANCANTI):

Fonte:

"Il carcinoma broncogeno", Presentazione Power Point di Chirurgia Toracica (Prof. Crisci), Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Scuola di Scienze della Salute Umana, Università degli Studi di Firenze. La presentazione completa è reperibile sul sito www.e-learning.med.unifi.it /didonline.