IL PLACEBO

"Placebo" significa letteralmente "piacerò " in latino. Si tratta di una sostanza priva di alcun potere farmacologico ma che risulta ugualmente efficace nel migliorare le condizioni cliniche del paziente, grazie alla sua capacità di influire sulla sfera emotiva e psicologica del soggetto.

In pratica, il soggetto, illuso che la sostanza somministrata abbia una qualche efficacia, si lascia suggestionare dal medico e opera da solo in se stesso la guarigione. Questo risultato si ottiene anche in campi diversi dalla farmacologia: l'effetto placebo può instaurarsi in tutti i campi della medicina, comprese le cosiddette medicine "alternative": omeopatia, agopuntura, pranoterapia, naturopatia, ecc.

Secondo le statistiche, gli effetti più significativi del placebo si ottengono quando:

- il paziente ha fiducia nel medico

- il medico ha autorità sul paziente

- il placebo è iniettato anziché ingerito per os

- la confezione del placebo ha un colore intenso

- viene spiegato al paziente il meccanismo d'azione della "medicina"

- viene spiegato al paziente che la "medicina" ha molti effetti collaterali, e quali sono

- vengono riportati casi di guarigione e testimonianze di effetti benefici della "medicina"

- i pazienti sono ansiosi o ipocondriaci

- i pazienti hanno bassa scolarità e cultura

- l'origine della malattia è psicosomatica

- il farmaco costa molto

- il farmaco viene somministrato dal medico e non con automedicazione

- la somministrazione avviene in ambiente ospedaliero e non domestico

- il placebo assomiglia al farmaco normale

- per il soggetto è importante riuscire a guarire

Il successo del placebo nel determinare miglioramenti (riduzione del dolore, aumento delle prestazioni, riduzione della dispnea, cicatrizzazione delle ferite) è l'esempio più lampante di come la mente influisca sul processo di guarigione del corpo.

Com'è possibile l'autoguarigione del corpo?

La medicina scientifica ha già dimostrato da anni la relazione tra stimoli nervosi e sistema immunitario, tra stress e produzione di serotonina e di endorfine: i soggetti depressi o sotto stress hanno bassi livelli di anticorpi e di neurotrasmettitori del piacere e della serenità. E' possibile che l'effetto placebo sia dovuto a stimolazioni nervose positive, innescate dalla fiducia riposta dal paziente, responsabili di un aumento della produzione di sostanze benefiche.

Non si ottengono successi quando invece:

- la malattia è acuta e grave

- il paziente è diffidente verso il medico o verso la scienza medica o verso le cure farmacologiche

- il paziente è anch'egli un medico

- il paziente ha un'alta scolarità

- il paziente non ha responsabilità familiari

- il paziente vive con chi si prende cura di lui

- il paziente è resistente allo stress o comunque ha un carattere tranquillo

- il paziente è un fumatore o onicofago

In quest'ultimo gruppo di pazienti, i placebi dati per os sono meno efficaci, probabilmente perché viene meno la funzione del farmaco di dare appagamento orale, compito che è già assolto dalla sigaretta e dal mangiarsi le unghie.

Allo stesso modo, esiste l'effetto "nocebo" cioè "nuocerò", che è l'opposto del placebo: il paziente, convinto che una sostanza innocua sia dannosa, comincia a risentire di effetti negativi, che però sono autoprovocati dalla psiche. L'effetto nocebo è più frequente nelle persone indicate come "immuni" all'effetto placebo, per il meccanismo opposto a quello descritto precedentemente. In generale, l'effetto nocebo si verifica quando:

- il paziente non ha fiducia nel medico

- il paziente è pessimista e diffidente verso le terapie mediche o verso la medicina

- il paziente è ipocondriaco

- il paziente aveva avuto una reazione avversa a un farmaco simile

- il paziente è suggestionato da una seconda persona a credere che il nocebo gli farà male

Nei trials clinici è proibito utilizzare farmaci considerati nocebo, mentre è in discussione se può essere testato l'effetto del placebo.